Descrizione
40 ANNI DI LACRIMA DI MORRO D’ALBA
Si è celebrato sul prestigioso palcoscenico del Vinitaly il compleanno del Lacrima di Morro d’Alba come DOC. La ricorrenza è all’insegna della tradizione, perché questo vitigno autoctono, straordinaria espressione delle Terre da cui viene prodotto e delle Marche, riconoscibilissimo per il suo profumo, ha con sé una storia che parte da lontano, forse dai primi insediamenti romani che si registrano su questi colli e senza dubbio nel periodo in cui è sorta la struttura fortificata di Castrum Murri, che ha dato origine, nei secoli a seguire, a quel gioiello architettonico, e altrettanto unico, che è il Camminamento di ronda La Scarpa. Ma l’importante ricorrenza è anche all’insegna dell’innovazione. I produttori di questo nettare rosso si sono infatti accorti che ciò che si produce in questa terra non è da meno di altri rossi blasonati, portavoce del Made in Italy per il mondo, e che il Lacrima di Morro d’Alba, per tanto tempo inteso come un vino giovane, da bere quindi in breve tempo, aspira in realtà alla “dignità scientifica alle lunghe maturazioni, poiché la terziarizzazione lo rende ancora più nobile”, come ci conferma l’enologo Roberto Potentini. Tradotto, il vino, anche di diverse annate indietro nel tempo, non solo conserva le sue qualità, ma ne affina di altre, rendendolo alla vista, al palato e all’olfatto, ancora più raffinato nei suoi tratti caratteristici. Di qui la necessità di un cambio di disciplinare che introduca la Riserva, per innovare sulle nuove prospettive di un vino che attraversa i secoli ma ha ancora molto da raccontare, come dimostra la degustazione organizzata per celebrare l’evento, in cui c’erano bottiglie dal 2016 al 2020.
C’è tuttavia un altro profilo innovativo che non può essere sottovalutato, e che anzi deve muoversi nella stessa direzione. Questo vino, straordinaria espressione della marchigianità, può lanciarsi nel futuro legandosi a un marketing territoriale importante, espressione dell’audacia e del coraggio dei suoi produttori. Per cogliere in pieno tutte le note rivelatrici della sua essenza occorre farne una scoperta immergendosi nel territorio che lo produce. Le terre del Lacrima diventano quindi il luogo in cui abbracciare un vino dal colore rubino brillante, che vibra delle note olfattive avvolgenti della rosa e della viola, che impregnano il palato di tannini sensuali, mentre la vista è inondata dalle morbide colline che fotografava Mario Giacomelli, dai tramonti e dalle albe che hanno ispirato Leopardi, dalla natura, dal borgo che stimolano le riflessioni introspettive da cui nascono le opere di Enzo Cucchi. Occorre viverla qui questa esperienza, nelle Terre del Lacrima, dalle torri da dove si vedono il mare Adriatico e i Sibillini. Occorre viverlo qui il sogno, per lasciarsi travolgere dalla malia, per innamorarsene, perché chi parte da questa terra con una bottiglia, quando l’aprirà lontano, sarà colto da una nostalgia così intensa che non potrà fare altro che tornare, per rivivere le stesse emozioni, la stessa viscerale passione. Ancora, e ancora.
Vino e marketing territoriale, stretti in un legame indissolubile, sono ciò che può condurre le Terre del Lacrima verso un futuro meravigliosamente inaspettato.
Alessandra Boldreghini
Assessore Cultura, Turismo, Attività Produttive, Cinema e spettacolo, Opere Pubbliche del Comune di Morro d’Alba
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Ultimo aggiornamento: 9 aprile 2025, 10:25